Serata memorabile al Barone Rosso, meraviglioso locale di Spinea (Venezia). Aldo e socio hanno creato un locale veramente ideale per la musica dal vivo. Grazie anche a Paola Scalari e Elisabetta Barone, le organizzatrici e alla dr.ssa Stivanello, per l’ispirata presentazione che riportiamo sotto. Grazie a tutti gli intervenuti (numerosi)! Canta che ti passa…
Presentazione Psicantria
Quando la dott. Scalari mi ha proposto di partecipare con lei a questo evento un po’ presentazione di un libro un po’ spettacolo musicale mi sono sentita incuriosita e disposta a riflettere su modalità nuove di avvicinarsi al problema del dolore psichico e della malattia mentale. Prima di commentare questo manuale di psicopatologia cantata vorrei condividere alcune pensieri che mi si sono presentati in testa quando ho sentito che dei colleghi avevano pensato di cantare la psichiatria. Mi sono ritrovata a pensare alle volte in cui, dopo lunghe ore di studio o di frequenza dei servizi durante la formazione clinica, ci si ritrovava tra amici colleghi e qualcuno prendeva un chitarra, un bongo e si improvvisava una canzone sui farmaci, sulla patologia, sui professori- insegnanti in questo modo si scaricava la tensione, si ripassava la materia, si creava un clima di complicità, insomma si giocava un po’ e ci si ricaricava per riprendere il percorso di studio lavoro. Questo collegamento con il gioco mi ha fatto venire quindi in mente una frase di Winnicott, noto psicoanalista pediatra inglese, che definisce la psicoterapia come un area di gioco tra terapeuta e paziente sottolineando l’importanza che ha, anche per l’adulto, la capacita di giocare vista come fonte di creatività e di spazio in cui esprimere anche aspetti di competizione e aggressività senza che questi diventino distruttivi e colpevoli. Ritengo che mantenere la capacità di giocare da adulti, di non prendersi troppo sul serio, di utilizzare una sana ironia anche verso se stessi e il proprio ruolo sia un utile apporto al nostro benessere e alla possibilità di sostenere e aiutare l’altro in difficoltà.
La musica e le canzoni concorrono a costruire questo spazio personale e collettivo di gioco e a costruire quella che possiamo chiamare la melodia di base della nostra vita. Gli autori del libro, nell’introduzione, spiegano l’attenzione posta nella scelta del accompagnamento musicale ai testi, delle varie situazioni cliniche descritte, riconoscendo che la patologia, con le sue specificità, evoca ritmi diversi, assonanze caratteristiche che possono risultano stonate e inaspettate rispetto alla percezione soggettiva e al ritmo vitale vissuto prima della comparsa del disagio. Il libro che presentiamo questa sera, però, non è riassumibile nelle canzoni che ascolteremo. Si tratta di un buon manuale clinico in cui nei vari capitoli, partendo dal testo delle canzoni, vengono affrontati con correttezza scientifica e con approfondimenti specialistici i capitoli più importanti e più dolorosi inerenti il disagio psichico e la cura. Le testimonianze di persone che hanno vissuto e affrontato questo disagio integrano ogni capitolo e arricchiscono il manuale permettendo un contatto anche emotivo con l’esperienza della sofferenza. Soffermarmi adesso sulla specificità dei vari capitoli e sulla patologia non mi sembra necessario, in caso si potrà approfondire qualche tema durante la discussione. Da ricordare invece i capitoli che gli autori dedicano ad aspetti non prettamente clinici, ma assolutamente pregnanti nel contesto della sofferenza psichica sono quelli che parlano degli autori delle cure, dei famigliari e della psicoterapia (descritta come un viaggi in se stessi in cui il terapeuta è la guida-garante del percorso intrapreso). Conclude il libro il racconto dell’esperienza di laboratori di musicoterapia condotti presso una struttura di cura con pazienti dipendenti e cronici. All’interno del testo si ritrova la consapevolezza, acquisita in questi anni, che non esiste la cura, ma le cure e che solo l’integrazione dei vari strumenti a disposizione (farmacoterapia, terapia riabilitativa, psicoterapia) permette di aiutare i pazienti a ritrovare un equilibrio.
Prima di lasciare spazio alla musica,vorrei sottolineare come la modalità di base con cui è affrontato il disagio mentale sia rispettoso e attento all’aspetto individuale e alla persona sempre presente al di là della sintomatologia.Un merito ulteriore di questo manuale è di essere leggibile e fruibile sia dagli addetti al lavoro, ma anche da chi per motivi personali o per interesse generico vuole approfondire e conoscere il tema della sofferenza psichica.
DOTT. MARIA TERESA STIVANELLO, Psichiatra